Un’origine che affonda nel mito. Si narra che Acireale, come le altre Aci, tragga origine da Xiphonia, misteriosa città greca, di cui oggi non si trovano tracce. Il nome della città, come raccontato dai poeti Virgilio e Ovidio, si lega alla mitologia greca, in particolare all’episodio dell’amore tormentato tra il pastorello Aci e la ninfa Galatea, osteggiato dal ciclope Polifemo, anch’egli innamorato della ninfa. Polifemo, per gelosia, schiacciò il rivale sotto un masso. Dal sangue del giovane Aci, nacque un fiume, che i greci chiamavano Akis e che scorreva in un letto prevalentemente sotterraneo.
Tanti nomi, una sola città. Il nome della città si è lentamente evoluto. Da Akis in epoca romana, a Jachium in età bizantina, ad Al-Yag con la dominazione araba, per poi divenire Aci d’Aquilia (o Aquilia) sotto gli spagnoli. Nel XIV secolo la città si stabilì nel territorio attuale con il nome di Aquilia Nuova, mentre prima occupava i pressi del castello di Aci, oggi Aci Castello, con il nome di Aquilia Vetere. Il nome di Acireale, sarà attribuito alla città, secondo la tradizione, dalla volontà del re Filippo IV di Spagna, nel 1642.
Le cento campane. Il ‘500 fu un periodo importantissimo per Aquilia Nuova, poiché si consolidò un forte ceto mercantile che portò notevole ricchezza alla città, con l’insediamento di diverse corporazioni e ordini religiosi. Quest’epoca lasciò un’impronta così indelebile che, ancora oggi, la città viene citata come “la città dalle cento campane”. La città fu poi eretta a comune sotto l’imperatore Carlo V.
Il Seicento. Nel ‘600 la città perse molti territori che si resero indipendenti, ma ottenne, per volontà di Filippo IV, il nome odierno. Con il terribile terremoto del 1693, la città fu in parte distrutta, come gran parte della Sicilia sud-orientale.
L’epoca contemporanea. Nel 1848 la città fu uno dei centri principali dei moti in Sicilia. Con l’apertura dello stabilimento termale di Santa Venera, nel 1873, e l’inaugurazione dell’annesso Grand Hotel des Bains, la città divenne un centro termale molto noto. Con l’avvento del Regno d’Italia ottenne il titolo di capoluogo del Circondario di Acireale, poi abolito sotto il fascismo.
La città oggi. Ottenuto il titolo di Città, con un decreto presidenziale del 30 novembre 2005, la città è molto nota per il Carnevale di Acireale, capace di attrarre visitatori da tutta la Sicilia ma anche da altre regioni d’Italia, grazie alla presenza di carri allegorici-grotteschi e gruppi mascherati in sfiliata, insieme a carri infiorati, che sono una prerogativa tipica acese.